Veglia missionaria

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Abbiamo partecipato alla veglia missionaria con Don Giuseppe.
E’ stato un momento di riflessione e di preghiera.
Invitiamo chi ha partecipato a condividere con il gruppo questa esperienza.
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Veglia missionariaultima modifica: 2008-10-25T21:39:19+02:00da famigliainrete
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3 Responses

  1. ferdinando
    at |

    Grande serata di forti emozini per me, soppratutto per il messaggio portato da Don Giusepe, che è l’essenza del cristiano, diffondere la parola di Gesu e ancora di più fare quello che a fatto Gesù amando il prossimo senza pregiudizi, forti emozioni in quanto lo sento come un compito per me difficile da mettere in praica e che allo stesso tempo sento come “il compito”, e anche per questo spero di avere altri momenti da dedicare e da vivere con la comunità

  2. Armando
    at |

    Colpiva subito l’accoglienza nella nostra Chiesa: particolarmente suggestivo l’addobbo dell’altare, con un semplice drappo rosso cadente ai suoi piedi, sopra il Vangelo aperto, intorno i ceri a gruppi di tre e ai piedi tanti piccoli lumini che riflettevano la loro luce sull’abside …
    Questa “accoglienza” del luogo mi ha fatto subito pensare a quante mie sere sono invece illuminate dai riflessi della TV in salotto!

    Moltissimi gli spunti di riflessione, uno lo ripropongo qui per condividerlo con voi:
    “la difficoltà del missionario non è tanto il partire, quanto il restare”.
    Già, restare nelle situazioni difficili, non fuggirle, ma entrarci con coraggio per portare il Vangelo.
    Ho pensato a quanto sia difficile per me portare il Vangelo. In ufficio, ad esempio, dove imperano i tratti somatici della nostra società comune. Domina l’Anti-Vangelo. Qualunque sia il tema di intrattenimento alla pausa caffè – i crack aziendali, gli Immigrati, il SuperEnalotto, gli interventi del Papa, Eluana … – le affermazioni che passano per “vere”, evidenti, che non fanno una grinza, sono quelle lontane dagli insegnamenti del Vangelo. Guai a tirar fuori qualcosa che lo richiami, guai a cantare fuori dal coro: se stoni, se stecchi, rischi di essere escluso dal canto!
    Quanto difficile è portare il Vangelo, quanta difficoltà ad essere nel concreto della vita quello che credo fermamente di essere quando sono in Chiesa, o in mezzo a persone che la pensano come me! Ecco la provocazione che ho sentito per me, grazie a questa serata, dedicata all’essere missionari e dal titolo “guai a me se non predicassi il Vangelo”.
    “Come si fa a predicare il Vangelo?” è stata una delle domande poste al Missionario.
    “Come si fa a non farlo, se si crede veramente nel Vangelo?” è stata la domanda-risposta restituita.
    Nel ripormi anch’io questo inquietante interrogativo, cerco la risposta nella sequenza di tappe lungo le quali si è sviluppata la veglia:
    Deserto, Abbandono, Coscienza, Impegno.

  3. Barbara
    at |

    Sono ancora in ospedale, fuori è buio e sono stanchissima.
    Leggo i vostri commenti…
    Cosa ho fatto io oggi per predicare il Vangelo?
    Forse nulla….
    Ma forse, riflettevo, anche solo il fatto di porsi in un determinato modo, di fare le cose che fanno tutti in un determinato modo, di riflette un certo pensiero può essere un piccolo seme.
    Per esempio, non so da voi, ma da me siamo ancora solo in due ad essere felicemente sposate con prole ed a parlare bene del matrimonio.
    Colleghi e collaboratori sono separati, divisi, cornuti e/o cornificanti e va bene così, perchè, si sa, ormai il matrimonio….non ha più alcun senso.
    Forse, anche solo il fatto che c’è una voce diversa dal coro, che dice e testimonia la bellezza di questo sacramento può essere un punto di partenza.
    Certo, quanto è dura la vita di un cristiano nel mondo lavorativo di oggi….
    Aiutiamoci anche in questo.

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