Auguri da don Alberto

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Natale: dono per tutti

 

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E’ Natale! Lo sarà tra pochi giorni, e ancora una volta scopriamo un qualcosa che ci attira ma anche ci mette nel cuore qualche pensiero. Quale il significato più vero del natale del Signore, cosa c’entra con la nostra vita, come viverlo con profondità. Tanti desideri li sentiamo veramente importanti per vivere bene il Natale di Gesù, per lasciarci sfuggire l’occasione di fare Natale, cioè lasciare che il cuore sia profondamente toccato da questo dono di grazia. Qual è la nostra idea del Natale?

È almeno dal IV secolo che i cristiani il 25 dicembre fanno memoria della nascita di Gesù Cristo a Betlemme di Giudea: una data scelta perché in quel giorno il mondo romano celebrava e festeggiava il “sole invitto”, il sole che in quel giorno terminava il suo progressivo declinare all’orizzonte e ricominciava a salire in alto nel cielo, aumentando così la durata della luce offerta alla terra. La notte, che dal 24 giugno aveva sempre accresciuto le sue ore, cominciava ad arretrare davanti al sole vincitore che come un prode cresceva sull’orizzonte. E siccome per i cristiani Gesù il Messia è il “sole di giustizia”, la “luce vera”, fu naturale collocare in quel giorno di festa pagana la celebrazione della natività del loro Signore. D’altronde la venuta del Messia era già stata salutata da Israele e dai profeti come “venuta, apparizione della luce”, come “luce che risplende per quelli che stanno nelle tenebre”.

Poi, nel secondo millennio, soprattutto in occidente, la meditazione del Natale si è progressivamente concentrata sul “bambino Gesù”, sulla sua umanità, sulla sua debolezza e sulla “novità ordinaria” costituita dal venire al mondo di un uomo: l’evento non fu più letto tanto come manifestazione, venuta di Dio, quanto come mistero della povertà, dell’umiltà, della debolezza di Dio. Francesco d’Assisi seppe interpretare bene questo aspetto, creando il presepe di Greccio: una stalla, una mangiatoia, Maria, Giuseppe e il neonato, un asino e un bue, i pastori venuti ad adorare il bambino su invito dei messaggeri di Dio. Il presepe è la riproposizione iconica o scultorea di quell’evento umile e povero che, se ci pensiamo bene, è tra i più umani e quotidiani: una donna che partorisce un figlio.

Per la nostra comunità questo Natale che cosa potrà essere? I nostri ragazzi hanno vissuto il tempo dell’Avvento come tempo di attesa, ogni giorno segnato da un piccolo passo, da un impegno assunto, da una preghiera fatta in famiglia. Le famiglie hanno ricevuto la visita e la benedizione natalizia, la consegna della Lettera dell’Arcivescovo è un piccolo segno che resta, si può leggere con calma, ritrovarsi nelle diverse situazioni che vi sono richiamate.

Ciascuno di noi spero tanto che trovi il tempo e il momento per “lasciarsi riconciliare con Dio” e con i fratelli, con il sacramento della Confessione.

Ha scritto Enzo Bianchi: Attraverso la remissione dei peccati facciamo già qui e ora un’esperienza di salvezza. La Confessione preannuncia il Regno, è memoria della morte e della resurrezione di Cristo, e ha un valore ecclesiale perché riconduce alla comunione con la chiesa.

Ecco impariamo a fare Natale con gli altri e per gli altri. Non diventiamo anche nel cristianesimo persone che cercano Dio solo per sé. E’ sempre bellissimo il Racconto di Natale di Dino Buzzati: la sera di Natale ciascuno vuole Dio per sé e non c’è ne è più per l’Arcivescovo. Il buon don Valentino si dà tanto da fare per cercare un pezzettino di Dio per il suo Vescovo, ma chi glielo nega, si trova poi subito a mani vuote. Quando nella notte tutto trafelato don Valentino rientra nella cattedrale tutta piena di Dio, trova un omino ricurvo che prega, e quando si rivolge a lui si sente dire dal suo Arcivescovo: “ma benedetto ragazzo, dove sei stato con questo freddo”. Don Valentino cercava Dio da dei cristiani che volevano Dio tutto per sé, ma Dio era là dove doveva essere, vicino al cuore orante di chi lo voleva davvero incontrare.

Spesso cerchiamo nella fede e nella religione qualcosa che ci dia un benessere, una sicurezza, qualcosa che vogliamo solo per noi. Dio non c’è se lo cerchiamo così, e non può esistere. Dio esiste laddove il cuore lo cerca con cuore sincero, Dio esiste dove l’amore è ricerca dell’altro, scoperta della vera gioia, più Dio diventa mio – o nostro, magari in gruppi, movimenti etc. – e più ci sfugge di mano, più Dio diventa nostro – come diciamo nell’unica preghiera che Gesù ha insegnato Padre nostro – e più lo scopriamo presente nel cuore e nella vita dei nostri fratelli, di tutti, dell’umanità intera..

Buon Natale allora, perché Dio ci è sempre accanto, puoi accorgerti della sua presenza quanto più lo vedi accanto ai tuoi fratelli e quindi dono e occasione d’amore anche per te.

 

Don Alberto

 

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Auguri da don Albertoultima modifica: 2010-12-23T21:55:00+01:00da famigliainrete
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