Saperci stupire per ammirare.
“Chi ero io per impedire a Dio?” VI SCHEDA
Con molta fatica ho ripreso in mano il nostro sussidio cercando di ripercorrere il cammino che abbiamo fatto insieme quest’anno per trovare un particolare che mi facesse fermare a riflettere.
Ma il suggerimento me lo ha dato il sacerdote che ha commentato il vangelo di domenica (Luca 7, 1b-10) soffermandosi sullo stupore e l’ammirazione di Gesù nei confronti del centurione che malgrado fosse un uomo di comando e di potere non si è ritenuto degno di incontrare Gesù, ma ha voluto chiedergli comunque una grazia per il suo servo.
Ecco che mi è venuto spontaneo correlare il titolo dei nostro sesto capitolo con il tema proposto dal vangelo. Perchè sono sempre portato a dare un giudizio, a trarre delle conclusioni affrettate, a voler trovare maliziosamente i difetti dell’altro? Chi sono io per giudicare, per impedire a Dio….?
E perché invece non mi soffermo mai su quello che di positivo posso vedere ed apprezzare?
L’ammirazione è un sentimento gratuito che non ha tornaconti, il sacerdote ha fatto alcuni esempi: Dopo un temporale burrascoso ecco che il cielo si riapre per mostrare il panorama stupendo delle Grigne dietro le nuvole diradate per lasciarci a bocca aperta pieni di ammirazione, oppure dopo un gesto molto semplice tra moglie e marito come quello di portare il caffè quotidianamente dopo tanti anni di matrimonio o le piccole attenzioni al rientro dal lavoro, non ci fanno rimanere ammirati nei confronti del coniuge? Ma io penso anche ai nostri amici che hanno tribolato nell’accudire i propri familiari, o chi dopo aver perso il lavoro ha saputo rialzarsi e rimettersi in piedi. Forse dovremmo ammirarci di più per queste nostre vicissitudini che per le nostre debolezze. Ecco perché penso: Chi sono io per ….
Un sincero abbraccio
Pace e Bene
Gio