II domenica di Quaresima

DOMENICA DELLA SAMARITANA

Presentazione del Vangelo di Padre Guido Verdicchio

Sembrano casuali gli incontri  di Gesù. In realtà tutto è provvidenzialmente predisposto perché Egli possa fare breccia nel cuore delle persone e metterle sul sentiero della salvezza. La richiesta rivolta da Gesù alla donna samaritana, “Dammi da bere”, benché giustificata dalla stanchezza del viaggio e dall’ora, sa soprattuto di espediente  voluto per iniziare un dialogo serrato che conduce gradualmente la donna a riconoscere in Lui il suo Salvatore. “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere!’, tu avresti chiesto a Lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Inizia così il discorso dell’acqua viva di cui sarà dissetata quella donna che, oltre a vedersi svelato il suo disordine morale, viene  arricchita di valori profondi e vitali. E’ lei stessa che stimola inizialmente Gesù: ” ‘Vedo che sei un profeta!… Dammi un chiarimento sul luogo dell’adorazione del vero Dio”. Quanto è importante l’interesse iniziale della persona che si accorge di non essere autosufficiente! Effettivamente l’argomento è di grande importanza e merita di essere chiarito. Gesù non si sottrae e spiega: “Voi adorate ciò che non conoscete… I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano  quelli che lo adorano…”. Sta tutta qui la vita cristiana: adorare Dio in spirito  e verità. Tutto il resto è conseguente. Ma che vuol dire adorare in spirito e verità? Vuol dire adorare guidati dallo Spirito  e nella verità rivelata dal Padre per mezzo di Gesù. Non si tratta dunque di semplici pratiche o di cumulo di preghiere verbali, ma di esistenza rinnovata, di famiglia reinserita nel circuito dello Spirito di Gesù Cristo. Le pratiche personali e comunitarie, tra le quali emerge la Messa, hanno questa finalità primaria: stabilire il contatto  salvifico e vitale con Gesù di cui ha beneficiato la donna samaritana al pozzo di Sicar.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 4, 5-42

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

 

COMMENTO: Giovanni ci ha dato il suo contributo; leggilo cliccando qui sotto la sezione “Commenti”


II domenica di Quaresimaultima modifica: 2010-02-25T06:27:00+01:00da famigliainrete
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One Response

  1. Giovanni senior
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    COMMENTO di Giovanni Senior:

    E’ un brano bellissimo, che ci riempie di speranza e di gioia: anche chi è peccatore può diventare, se lo vuole veramente, annunciatore della Verità.

    Questo è , in sintesi, il messaggio fondamentale che leggo in questo brano.

    Poi vi sono tanti altri messaggi che dovrebbero farci riflettere. Quanti popoli oggi “non hanno rapporti” (per usare le parole del Vangelo) con altri popoli! La cosa ci scandalizza, eppure è così da sempre. Ma a Gesù le beghe degli uomini non interessano: Lui è venuto per tutti, non solo per i “suoi”. Anzi! “Né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre”: il Padre lo adoriamo in qualsiasi parte del mondo, qualunque sia la nostra fede. Basta che facciamo la Sua volontà. E il Padre è uno solo, qualsiasi sia il nome che gli diamo; anche la Sua volontà è una sola: adorarlo in “spirito e verità”; quindi non soltanto con le parole, ma mettendo in pratica la Sua legge che è la legge dell’amore.

    Gesù non ha certo bisogno dell’aiuto della Samaritana (cioè dell’uomo peccatore) per procurarsi da bere, (cioè per svolgere il suo mandato); eppure si abbassa a chiedere aiuto ad un peccatore perché lo vuole salvare. Ma affinchè ciò avvenga occorrono alcune condizioni, ci dice il brano di Giovanni:

    * innanzi tutto dobbiamo essere sinceri con Lui (che comunque conosce tutto di noi)
    * poi dobbiamo essere disponibili all’incontro con Lui, e a lasciare che ci dica la verità su noi, anche se ciò può darci fastidio
    * ed infine non dobbiamo vergognarci di andare a dire tutti “ho incontrato Gesù”

    E’ interessante notare che Gesù non biasima la donna perché non riesce a capire il vero significato dell’acqua che Lui può dare. Gesù sa benissimo che i nostri occhi, da soli, non vedono oltre al significato terreno delle cose: ma per farci capire la Verità che Lui annuncia ci chiede di essere onesti con noi stessi (“in questo hai detto il vero”) e di ammettere la nostra fragilità. In queste condizioni Gesù è pronto a svelarsi apertamente a noi (“sono io che parlo con te”). Ma non è solo la donna che non riesce a vedere oltre i propri occhi; gli stessi discepoli non riescono a comprendere quale sia il vero cibo per Gesù, tanto da chiedersi se qualcun altro gli avesse procurato qualche cosa da mangiare. Anche noi troppo spesso consideriamo “cibo” solo quello terreno e ci dimentichiamo di fare la Sua volontà.

    Giovanni Senior

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